Cinema & psicoterapia: LA DONNA PERFETTA
- giordanomargherita
- 29 ott 2014
- Tempo di lettura: 2 min
Un perfezionista pensa di meritare attenzione e amore solo se è perfetto e per questo controlla che tutto lo sia, teme che l’errore possa portare a sminuire i risultati fissati ed è molto esigente con se stesso e con gli altri. È critico se gli standard non sono raggiunti e, se vengono raggiunti pensa, spesso, che il compito era troppo facile.
Info:
È un film diretto da Frank Oz, interpretato da Nicole Kidman, Glenn Close, Christopher Walken, Matthew Broderick. USA 2004. Commedia. Il film è tratto dal romanzo La fabbrica delle mogli di Ira Levin.
Trama:
Joanna, manager televisiva, viene licenziata, si deprime e quando esce dalla clinica in cui si è curata il marito Walter le comunica che si è anch’egli licenziato dalla televisione dove entrambi lavoravano e di voler salvare il loro matrimonio in crisi. Si trasferiscono a Stepford, una cittadina in cui le mogli sono perfette: belle, casalinghe ineccepibili, fanno “sesso alla grande e con i loro mariti!”. I due protagonisti scopriranno che tutte le donne sono state trasformate in robot. L’artefice di tutto è Claire, chirurgo neurologico di fama mondiale che, tornata a casa dopo l’ennesima giornata di lavoro, uccide il marito e la sua amante, e decide di creare Stepford.
Motivi di interesse:
Il film propone un mondo perfetto dove tutti sono come gli altri vogliono. La compiacenza e l’accondiscendenza caratterizzano l’atteggiamento di queste mogli perfette che stupiscono per la loro abnegazione verso i mariti. La donna perfetta è quello che si può considerare un vero e proprio attacco ad un modello culturale che ha nella televisione il mezzo di diffusione più importante.
Il perfezionismo è un costrutto implicato nei disturbi del comportamento alimentare, ma anche nei disturbi d’ansia e nella depressione. Un perfezionista pensa di meritare attenzione e amore solo se è perfetto e per questo controlla che tutto lo sia, teme che l’errore possa portare a sminuire i risultati fissati ed è molto esigente con se stesso e con gli altri. È critico se gli standard non sono raggiunti e, se vengono raggiunti pensa, spesso, che il compito era troppo facile.

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