Cos'è il rimuginio e come combatterlo
- Dott.ssa Margherita Giordano
- 24 giu 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Fonte: www.stateofmind.it
Il rimuginio è una forma di pensiero ciclico, negativo e ricorrente. Il rimuginio è in azione quando rimaniamo chiusi nei nostri pensieri negativi e immaginiamo continuamente situazioni negative che potrebbero accadere in futuro, soprattutto in condizioni di incertezza.
Il rimuginio è un sintomo centrale soprattutto nei disturbi d’ansia ma anche nella depressione e nei disturbi alimentari. La psicoterapia cognitiva studia come imparare a regolare e gestire il proprio pensiero.
Uno dei principali danni del rimuginio è il fatto di essere uno stile di pensiero molto astratto. Abbiamo l’impressione che ci serva a trovare soluzioni. Questa impressione è sostenuta da una riduzione leggera dell’attivazione emotiva. Abbiamo anche la sensazione di fare qualcosa, di aumentare la nostra capacità di prevedere il futuro.
Ma se andiamo a guardare i fatti, siamo fermi: bloccati nel produrre preoccupazione, inattivi. Pensare a cosa di negativo potrebbe accadere in seguito a un problema (es: la macchina è guasta. Ipotesi rimuginante: “farò ritardo al lavoro”) non è la stessa cosa che pianificare COME risolvere la situazione.
Come combattere il rimuginio? Innanzitutto ricordare una regola molto importante: il rimuginio è il segnale che occorre preparare un’azione. E questo deve essere un pensiero chiaro tutte le volte che ci troviamo a rimuginare. Secondo passo: Possiamo preparare un’azione concreta in questo momento per affrontare il problema? Se non possiamo agire ora, allora non vale la pena pensarci, lasciamo defluire il rimuginio e portiamo l’attenzione su ciò che stiamo facendo. Se possiamo agire ora, allora è il momento di scegliere un “fare” anche a costo di essere un po’ impulsivi, e di metterlo in pratica. Pensiamo a COME risolvere un problema: penso e scrivo un elenco delle possibili azioni e delle alternative, le valuto tenendo conto dei miei bisogni e dei miei scopi, scelgo, agisco e poi vedo come è andata.
Certo conseguenze negative possono sempre capitare, ma immaginarle non aiuta a prevenirle se non accompagniamo un azione concreta o, soprattutto, se non siamo disposti a correre qualche rischio. Per i grandi rimuginatori, nei piccoli dubbi quotidiani, è sempre meglio imparare a rischiare.
Ricordiamoci di pensare al concreto, e di scegliere quando pensare ai problemi. Possiamo impararlo. Ma, se l’ansia e lo stress del rimuginio persistono, forse è il caso di una consulenza professionale. Talvolta alcuni bisogni e paure non ci permettono di lasciare andare il rimuginio o di cambiare prospettiva. Questi sono solo piccoli accorgimenti utili per tutti. Da soli non fanno una cura né una psicoterapia cognitiva.

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