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Scoperti i neuroni della memoria episodica

  • giordanomargherita
  • 25 set 2015
  • Tempo di lettura: 3 min

Il lobo temporale mediale è la regione cerebrale che permette di associare l'immagine di una persona a un contesto in modo assai rapido. Lo ha dimostrato uno studio che ha registrato l'attività di 600 singoli neuroni nel cervello umano. Il risultato chiarisce alcuni meccanismi fondamentali della memorizzazione di episodi della vita quotidiana.


Una delle straordinarie capacità della mente umana è la memoria episodica, che riguarda cioè le situazioni che sperimentiamo ogni giorno. Si tratta di un tipo di memoria estremamente rapida. È sufficiente incontrare una persona in un dato luogo una volta sola perché si formi un ricordo dell'associazione tra persona e luogo. Uno studio ha scoperto ora che il substrato neurale di questa capacità è nella regione cerebrale denominata lobo temporale mediale, ed è legata all'attivazione di singoli neuroni associati tra loro. Lo stesso gruppo dell'Università di Leicester aveva scoperto in un precedente studio il cosiddetto "neurone Jennifer Aniston", dal nome della famosa attrice statunitense. La ricerca in sintesi aveva dimostrato che la formazione dell'idea "Jennifer Aniston" in seguito alla visione di una singola immagine dell'attrice è dovuto all'attivazione di un gruppo ristrettissimo di cellule nervose (addirittura si era parlato di un singolo neurone).


Ma che cosa succede nel cervello di un soggetto che vede Jennifer Aniston davanti alla Casa Bianca, per esempio? In che modo si collegano i pochissimi neuroni attivati per l'attrice e quelli attivati per la residenza del presidente degli Stati Uniti? Per scoprirlo, Ison e colleghi hanno effettuato una sperimentazione in cui veniva registrata l'attività di 600 singoli neuroni in 14 soggetti con una grave forma di epilessia usando una serie di elettrodi impiantati nel lobo temporale mediale. Nella prima fase dei test, ai volontari è stata mostrata una serie di immagini di persone diverse, che potevano essere membri della propria famiglia oppure personaggi famosi, e di luoghi celebri come la Torre di Pisa o la Casa Bianca. Nella fase successiva, ai soggetti venivano mostrate immagini in cui erano associati con un fotomontaggio una persona e un paesaggio: per esempio, Clint Eastwood di fronte alla Torre di Pisa. Nella terza e ultima fase, sono state mostrate di nuovo le immagini di persone e di luoghi separatamente. L'analisi dell'attività neurale dei volontari ha dato risultati inequivocabili: dopo aver visto una sola volta le immagini composite, i pazienti hanno memorizzato le associazioni tra persone e luoghi; nella terza fase, inoltre, i neuroni del lobo temporale mediale hanno iniziato ad attivarsi in modo "incrociato": i neuroni che, nella prima fase dell'esperimento, rispondevano in modo selettivo alla vista di Clint Eastwood ma non dell'immagine della Torre di Pisa hanno iniziato improvvisamente ad attivarsi una volta visualizzato questo famoso paesaggio. Allo stesso modo, i neuroni che originariamente erano stati attivati dalla vista della Torre di Pisa ma non dall'effigie di Clint Eastwood hanno iniziato a rispondere in modo intenso alla vista dell'attore. Secondo gli autori, questo significa che nel lobo temporale mediale una larga quota dei neuroni responsivi alla vista di singoli soggetti, che fossero persone o paesaggi, ha ampliato la propria selettività per codificare le associazioni proposte nell'arco di pochi secondi. "Il dato più sorprendente è che i cambiamenti sono avvenuti in modo repentino, nell'esatto momento in cui è avvenuto l'apprendimento", ha spiegato Ison. "L'emergere di associazioni tra concetti dopo una singola esposizione, collegato a cambiamenti rapidi dell'attività neurale, si dimostra ideale per la creazione di nuove memorie episodiche". Il risultato è un notevole passo avanti nella comprensione dei meccanismi della memoria episodica, tuttavia restano ancora da chiarire molti aspetti. Le future ricerche dovranno scoprire per esempio perché alcuni concetti correlati si consolidino in memorie a lungo termine mentre altre vengono cancellate, e se sia possibile successivamente recuperare queste associazioni apprese con una stimolazione di specifiche aree cervello. "La perdita di memoria è uno dei disturbi neurologici più gravi", ha aggiunto Ison. "Il nostro studio ha indagato i meccanismi di base della formazione di associazioni di ricordi: i risultati sono un importante passo avanti verso la comprensione di disturbi neurologici con deficit di memoria, come nella malattia di Alzheimer, traumi del cervello o epilessia".



 
 
 

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